Dalla rivista "Fotografare" (dicembre 1982)

GUSTAVO MILLOZZI

SUA EFFICIENZA

Una personalità poliedrica sommata ad un attivismo fuori del comune ed a una capacità organizzativa eccezionale sono valse a Millozzi un appellativo, Sua Efficienza, con il quale amici e colleghi lo gratificano abitualmente, Ma Sua Efficienza è anche un ottimo fotografo….

di A.B.C. *

Parlare di Gustavo Millozzi è un grosso problema perché in Millozzi albergano non meno di tre anime diverse e contrastanti.

Una di queste è quella di un serio professionista, il valido perito che lavora praticamente per quasi tutte le compagnie di assicurazioni di Padova; l’altra è quella del fotografo, un grosso fotografo a dire il vero, che ha lasciato un’impronta con le sue immagini, in un gran numero di riviste fotografiche edite da vent’anni a questa parte; la terza anima è quella dell’organizzatore nato, aperto a qualsiasi impresa anche se ritenuta improponibile, ambiziosissimo e iper-attivo, come può essere facilmente riconosciuto dal titolo con il quale viene abitualmente gratificato: Sua Efficienza.

Parlare dell’attività, anzi delle attività connesse con la fotografia, vuol dire – per quanto riguarda Millozzi – parlare della sua vita.

Gus – così lo chiamano gli amici – è torinese di nascita, ma Torino gli ha lasciato ben pochi ricordi. Quando aveva appena sei anni, la sua famiglia si è trasferita a Venezia, e qui ha compiuto tutti gli studi fino alla maturità scientifica.

L’ambiente di Venezia è quello che è, ed è molto difficile sfuggire al fascino della città. Gli scorci, gli angolini nascosti, i bozzetti appena accennati, si susseguono uno dietro l’altro, senza soluzione di continuità. Chi non dipinge… fotografa.

E Gustavo, appena quindicenne, cominciò a fotografare.

Dapprima da solo, poi nell’ambito di uno dei più prestigiosi club fotografici d’Italia: la Gondola, un circolo che ha avuto fra i soci nomi famosi come quelli di Gianni Berengo Gardin, Fulvio Roiter e Paolo Monti.

E’ difficile immaginare, nel tranquillo ambiente di Venezia, nelle "calli" brumose, lungo i nebbiosi canali, è difficile immaginare, dicevo, la figura agitata, sempre in attività frenetica, di Gustavo Millozzi.

Chissà! Forse a quei tempi lui pure era tranquillo, ed ha cominciato ad agitarsi dopo, - per reazione – quando si è trasferito a Padova per frequentarvi l’Università.

Ma, a pensarci bene, però, questo non è possibile. Perché accanto al Gustavo che fotografa tranquilli imbarcaderi, "squeri" (cantieri per le gondole) in disarmo, vien fuori l’ambizioso, l’uomo che partecipa – con accanimento e con successo – ai concorsi; l’uomo che vince la Biennale Internazionale d’Atene, quello che diventa segretario del Circolo Fotografico La Gondola.

Abbiamo parlato del trasferimento a Padova. Padova è una città che dista un tiro di schioppo da Venezia, ed è lei pure bellissima; ma per mentalità, ambiente e attività, è distante le fatidiche mille miglia.

E a Padova viene fuori un altro Millozzi, quello con l’anima numero tre. In città manca un circolo fotografico: lo fonda lui. E come tutte le cose alle quali pone mano è un circolo di prestigio: è il Fotoclub Padova.

Ne è fondatore e presidente, e continua a mantenere l’incarico anche quando passa dalla vita di studente a quella professionale, nel campo assicurativo.

Nel 1967 organizza la prima edizione del premio fotografico "Città di Padova". E contemporaneamente si appoggia all’Ente Fiera di Padova con altri concorsi organizzati nell’ambito di manifestazioni fieristiche.

I bene informati ricorderanno i concorsi sull’Avifauna, o quello - coloratissimo – su "piante, fiori e giardini d’Italia".

Mi pare d’averlo già detto: Millozzi non si accontenta mai. La sponsorizzazione dell’Ente Fiera sarebbe stata ottima, ma la sede decentrata; il Comune di Padova poteva disporre di locali molto ampi e spaziosi in pieno centro storico.

E così, dopo un paziente lavoro diplomatico, il premio "Città di Padova" si trasferì dapprima in piazza dei Signori, nella stupenda loggia della "Gran Guardia" e poi nel superbo Palazzo della Ragione, un enorme salone lungo 78 metri dal soffitto alto 27 metri originariamente affrescato dal Mantegna. La vastità del Salone, naturalmente spinse gli organizzatori ad accoppiare alla Mostra del premio anche una esposizione di opere di rilievo. Così sono state presentate al pubblico fotografie di fotoamatori polacchi, russi, austriaci e così via.

Naturalmente da cosa nasce cosa, e così il nostro lanciatissimo presidente di fotoclub ebbe dal Comune di Padova l’incarico di allestire una Mostra fotografica a Friburgo - in occasione del gemellaggio fra le due città – sotto il teutonico titolo "das ist Padua".

A questo punto la semplice attività nell’ambito della città o della regione cominciò a stare stretta al nostro Gustavo, che iniziò la brillante carriera nell’ambito della Fiaf (la Federazione Italiana della Associazioni Fotografiche) ove venne nominato dapprima Vice Presidente della Commissione Controllo Mostre, poi Vice Segretario Nazionale della stessa Federazione, e infine Consigliere Nazionale per l’Italia Settentrionale.

Passato così da semplice fotoamatore ad alto burocrate del mondo fotoamatoriale, il nostro - sempre attivissimo, sempre…effervescente – trovò il modo di portare in Italia, anzi a Padova per l’esattezza, il Congresso Internazionale straordinario in occasione del venticinquennale della Fiap (la Fèdèration Internationale de l’Art Photographique), e la sua validissima organizzazione valse alla città il titolo di "capitale mondiale della fotografia" come venne pubblicato da alcune riviste specializzate estere.

Al congresso parteciparono qualcosa come 200 delegati da tutto il mondo, ma quello che fece più colpo fu certamente Chin San Long, un birmano settantacinquenne, intervenuto con tre delle sue giovanissime mogli e… con tanto di codino.

Dal Congresso del Giubileo Millozzi ne ricavò una sfilza di onorificenze da far invidia al… principe del Lussemburgo: da Hon Efiap (un titolo fotografico riservato ad un massimo di 200 persone in tutto il mondo) al più serio ma non troppo Cav.Uff. dell’Ordine della Repubblica; da quello di Socio Onorario della National Photographic Art Society of Sri Lanka (Cylon) a socio, sempre onorario della Confederazione Brasiliana di Fotografia e Cinema.

Il Comune di Padova gli consegnò pubblicamente, durante una cerimonia ufficiale, una medaglia d’oro con su incisa la scritta "A Gustavo Millozzi Padova riconoscente", …era il 1975 e l’oro non costava ancora 20.000 lire al grammo! Con il giro di conoscenze internazionali conseguenti al Congresso, anche l’Italia cominciò a diventare "stretta" al nostro autore che fu eletto nel ’77 Secrétaire Adjoint della FIAP (organo riconosciuto dall’Unesco) e nel ’79 Vice Presidente della federazione stessa.

Per la cronaca sarà opportuno aggiungere che, negli intervalli fra tutte queste attività, Gustavo ha continuato a fare il perito delle Assicurazioni per non meno di 12 ore al giorno, ed ha trovato persino il tempo di sposarsi e di mettere al mondo due figlioli.

Unico cedimento: dopo 15 anni di presidenza ininterrotta del Fotoclub Padova ha lasciato ad altri il suo club. Continua però ad occuparsene come Presidente Onorario (E anche troppo! Si lamentano i successori) Dimenticavo: ha anche continuato a fare fotografie.

E poiché - con tutti gli incarichi che ha - trova poco decoroso partecipare ai concorsi (potrebbe sembrare un raccomandato di ferro) ha fatto delle mostre personali in varie località.

Quasi per dimostrare che anche un burocrate della fotografia ha il dovere morale - prima di tutto – di essere un buon fotografo. Almeno quel tanto che basta, per far capire a chi si rivolge a lui, che lui sa di cosa parla!.

A.B.C. : Augusto Baracchini Caputi *

* Redattore della rivista "Fotografare"