A proposito di Gustavo
Conosco
Gustavo da oltre dieci anni, da quando sono entrato a far parte del Gruppo
Fotografico Antenore, del quale lui oggi ha la Presidenza
Onoraria dopo avermi passato due anni fa la conduzione, non senza qualche
riluttanza. Fin dai primi tempi ho avuto modo di apprezzarne le grandi capacità
organizzative: non c’era evento fotografico a Padova e dintorni che non lo
vedesse protagonista: dal Centro Nazionale di Fotografia e Fotopadova,
alla semplice realizzazione di mostre collettive e personali dei soci del
Gruppo, dalla partecipazione - spesso in qualità di presidente - a quasi tutte
le giurie dei concorsi fotografici, al rapporto costante con i dirigenti
nazionali e locali della FIAF. Mi stupiva la conoscenza personale, quasi intima,
dei più importanti Fotografi Italiani (Gianni Berengo
Gardin, Nino Migliori, Mario Lasalandra,
Fulvio Roiter, Lanfranco Colombo, Cesare Colombo,
Piergiorgio Branzi, Mario De Biasi - solo per citare
i primi che mi vengono in mente) e lo scoprire, ogni volta che giravo l’Italia
in occasione di incontri fotografici,
mostre e letture di portfolio, che tutti conoscevano Gustavo.
Nel tempo
ho scoperto che Gustavo è stato un importante dirigente della FIAP (Fédération Internazional de l’Art Photographique)
e che per conto di questa ha organizzato un grande evento internazionale a
Padova con oltre 300 delegati provenienti da tutto il mondo; ho sentito che per
i suoi meriti ha ricevuto l’onorificenza di Commendatore dell’Ordine al Merito
della Repubblica Italiana e la Medaglia d’Oro del Comune di Padova, ho saputo
che nelle riviste di fotografia degli anni '80 era citato come “Sua Efficienza”
e che ha ricevuto un’infinità di titoli onorifici. Ma tutte queste notizie mi
sono arrivate sempre per caso, senza la minima vanteria, dandomi la sensazione
che per Gustavo sia sempre più importante il presente e il futuro della
Fotografia, che non il ricordo del passato.
E poi ho
visto le sue foto. E’ stato in occasione di una piccola mostra alcuni anni fa
che per la prima volta ho visto i suoi lavori - alcuni dei quali ho in seguito
aiutato a stampare con le nuove tecniche digitali - e ho compreso il motivo per
il quale molti si rammaricassero del fatto che Gustavo avesse deciso di non fotografare
più. Le sue foto sono interessanti e belle e pur usando il linguaggio del Neorealismo
non sono mai “aggressive”; rimangono “leggere” - talvolta quasi poetiche e sempre vagamente nostalgiche
- specialmente quando parlano dell’infanzia. C’è un’eleganza compositiva che ho
sempre trovato interessante: le foto sono rigorose, come la migliore fotografia
di quegli anni, e riescono sempre a raccontare una piccola storia che va oltre
la documentazione del luogo e del tempo dello scatto.
Tra le
cose che maggiormente gli riconosco c’è la volontà e la determinazione nel
credere nell’amicizia tra fotografi e appassionati, insieme alla ricerca
costante della buona foto, da qualunque parte provenga. Tutte le occasioni sono
buone per discutere animatamente di Fotografia: dall’analisi dei grandi maestri
e delle tendenze della Fotografia contemporanea, alla lettura delle immagini degli
ultimi iscritti al Gruppo Fotografico che mostrano timidamente le loro foto.
Donatello Mancusi
(Presentazione
dal Catalogo della mostra "Gustavo Millozzi Photographs
1958-1979" Padova, Palazzo Zuckermann, 12 Settembre-2 Novembre 2014)