Gustavo
Millozzi, Photographs 1958 – 1979
12
settembre – 2 novembre 2014
Padova,
Palazzo Zuckermann –
Corso
Garibaldi 33
E’ una
sera di settembre quando visito, nella grande sala di Palazzo Zuckermann, tra
decine e decine di fotografi e appassionati di fotografia, la mostra di Gustavo Millozzi, un
giovane signore di ottant’anni, fotografo neorealista, che, con i suoi ottanta e più scatti in bianco e nero, ci racconta ventun anni di storia della fotografia, dal 1958 al 1979. Se
per alcuni visitatori questa mostra rappresenta un passato remoto per molti
altri essa racchiude un mondo non molto
lontano la cui quotidianità di vita viene colta con poesia.
E’
questa la considerazione che mi trovo a fare quando osservo le molte foto
scattate a Venezia sul finire degli anni cinquanta e agli inizi dei sessanta
che riprendono non solo calli, campielli, paesaggi lagunari ma anche bambini soli
o in piccoli gruppi, adulti impegnati in lavori o vecchi seduti su
panchine o su basamenti di palazzi a
godersi, nella città più preziosa del mondo, un po’ di sole. A volte le
inquadrature di Venezia sono insolite e scherzose, come “curiosità” del 1960 in
cui una giovane coppia, al centro di un
campiello, guarda il fondo di un pozzo o la dolce bambina, nella raccolta di “bimbi veneziani” del 1958, che, seduta
in uno scatolone, immagina di guidare chissà quale meravigliosa macchinina, e
ancora il negoziante di “cose vecchie” che,
ripreso tra gli oggetti esposti della
sua vetrina, sembra anche lui un pezzo d’antiquariato o “no go’ oci” , la
simpatica vecchietta intenta a leggere come meglio può un settimanale.
Interessante è osservare come figure e sfondi, così contrastanti tra loro per
la semplicità dei personaggi e la bellezza dei luoghi, sembrano compenetrarsi.
La
Venezia di Millozzi non ha niente a che fare con le classiche vedute da
cartolina che conosciamo tutti, ma è quella di chi, tra la fine degli anni
cinquanta e l’inizio dei sessanta del Novecento, vi abita o vi lavora. Nello stesso periodo il fotografo si
sposta in altre città italiane come Padova dove riprende luoghi significativi
della città e la vita degli studenti universitari o Milano dove scatta ”Montenapoleone 1961”, una piacevole foto, oggetto al
tempo di tante osservazioni da parte della critica fotografica, in cui una
graziosa, elegante, giovane donna cammina sotto lo sguardo, direi un po’ impertinente, di un muratore.
La mostra continua con una serie di ritratti femminili,
tra questi quello delicatissimo dell’attrice Susan Strasberg,
e di musici in posa con i loro strumenti. Infine ecco le originali “composizioni” dove tutto ciò che è
vecchio, antico, abbandonato e polveroso sembra divenire opera d’arte.
Tutte
le stampe esposte, elaborate personalmente dall’autore, sono rigorose nelle
inquadrature: chi è esperto di fotografia ne apprezza l’incisività, la
nitidezza e la particolare saturazione
dei bianchi e dei neri.
Gustavo
Millozzi abita a Venezia in un momento fortunato della sua vita di fotografo e
volendo conoscere le basi della fotografia entra, nel 1957, a far parte del
prestigioso Circolo fotografico “La
Gondola”, rapportandosi con fotografi come Paolo Monti, fondatore del Circolo e primo straordinario presidente,
Gianni Berengo Gardin,
Fulvio Roiter, Giuseppe Bruno, Sergio Del Pero e
tanti altri, cogliendo l’occasione di accostarsi al neorealismo fotografico italiano e avvicinarsi a quello francese
ed europeo. Su queste basi egli imposta il suo lavoro e affina la sua tecnica.
Nel 1961, Gustavo Millozzi si trasferisce a
Padova dove continua la sua attività di
fotografo amatoriale e contemporaneamente fonda il ”Fotoclub
Padova” di cui diviene primo presidente. Il suo impegno e la sua passione per
il mondo della fotografia, l’amabilità e le indiscusse capacità di animatore e organizzatore
di serate, di concorsi, di mostre, come la mostra “Premio Città di Padova” che
organizza per oltre dieci anni, la sua costante apertura verso tutti coloro che
vogliono imparare a fotografare, lo portano ad avere contatti non solo a Padova
e nel Veneto ma in tutta Italia e in
Europa dove fin dal 1961 fa parte della “Fédération Internationale de l’Art Photographique”,
FIAP, a cui partecipa con impegno e dove via via assume incarichi sempre più
importanti e riceve distinzioni sempre più prestigiose, tra queste cito quella
ricevuta, primo in Italia, nel 1982, di “Maestro per meriti artistici” MFIAP.
Oggi è presidente onorario dei Circoli da lui
fondati e animati per anni, “Fotoclub Padova” e “Gruppo
Fotografico Antenore”. La città stessa gli ha conferito la Medaglia d’Oro del
Comune di Padova e il Presidente della Repubblica lo ha insignito del titolo di
Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
Alla mostra sono esposti i premi, le menzioni
e le onorificenze ricevute, sia italiane che europee, come pure alcuni dei
libri - cito tra gli altri “La Camera
Chiara” di Roland Barthes e “Sulla Fotografia” di
Susan Sontag - e delle riviste fotografiche della sua fornitissima
biblioteca, oltre alle macchine fotografiche da lui usate nei vari anni.
Va ricordato anche che Gustavo Millozzi
possiede una collezione di migliaia di foto, raccolte durante tutta la vita, un
patrimonio importante che va conservato e protetto.
Attualmente mantiene contatti con varie associazioni e, via WEB, comunica con i
fotografi interessati proponendo recensioni di riviste e di libri fotografici.
Una vita per la fotografia, dunque, quella di
Gustavo Millozzi, straordinaria e intensa.
di Livia Cesarin su "Padova e il suo territorio", Dicembre 2014