dal volume "FOTOGRAFIA. ATTUALITA’ E TENDENZE"

di Fausto Raschiatore – Roma 1996

 

GUSTAVO MILLOZZI

Le immagini, tratte da una ricerca tematica del fotografo, tutte a colori, sono state realizzate nell’arco di dieci anni (1971-1981), ai margini della laguna veneziana: memoria di una natura che il tempo e l’attività dell’uomo hanno cambiato profondamente. Descrizioni autentiche di segmenti di terra ormai scomparsi, dai quali Millozzi, dotato di talento e sensibilità, ha carpito frammenti cromatici stupendi, culturalmente stimolanti, di gradevole gusto pittorico, concettualizzando materia, spazi, colori ed oggetti. Sensazioni percepite, descritte e proiettate nel futuro: uno studio - Terre – concepito anni fa e tuttora valido, in un tempo storico, come il nostro, nel quale molta parte della società ha maturato un interesse nuovo per la natura.

Un linguaggio fotografico definito e di prestigio, quello di Gustavo Millozzi, personaggio molto noto nel panorama della cultura fotografica italiana ed internazionale. Contenuti linguistici autorevoli, senza manipolazioni coloristiche, né tecnicismi fini a se stessi, in cui le masse materiche sono collocate con sapiente dosaggio compositivo e studiata concettualizzazione, e le "connotazioni", vive ed essenziali, assumono nella struttura delle immagini, valenze metaforiche particolari: invenzioni iconiche nelle quali si condensano e si fondono i contenuti della ricerca che è anche denuncia ecologica , sottilmente politica. Lineamenti di un progetto che è sintesi e compendio di intuizioni di chi ha sensibilità e, quindi, capacità di leggere "dentro" la natura, in tutte le sue diverse e complesse articolazioni.

Colorismi forti, al punto da sembrare, in alcuni casi, artificiali: è solo una prima lettura, Millozzi non si è limitato a osservare e a ritrarre la realtà indagata, come fosse un reporter, senza "modificare" il contesto naturale analizzato, ma ha operato scelte sul posizionamento dei segni, sulla collocazione delle masse, e con consumata abilità, sul taglio compositivo delle opere. Non solo. L’autore è andato oltre: con questo studio ha formulato e diffuso un preciso messaggio iconico, di ottima valenza artistica, inserendosi con autorevolezza nel quadro delle grandi ricerche iconografiche maturate negli ultimi decenni. Il fotografo ha elaborato un tema di notevole importanza proponendo con autorità, in termini di ricerca, di analisi, di studio, il problema dell’indagine sulla materia, sulla "lettura" delle sostanze cromatiche, trasmettendoci immagini di rara bellezza permeate di creatività e di sentimento.

"Le terre e le acque di Millozzi - ha scritto con raffinata sensibilità Rinaldo Prieri - non si possono descrivere. Bisogna vederle; guardarle e riguardarle, queste zolle di natura che nelle sue mani si fanno brani preziosi di partecipazione acuta e minuziosa e amorevole alla vita precaria, quasi dolorante, di qualche stelo, al profondo trascolorare di acque o di masse fatte ombra di se stesse, di efflorescenze e di degradazioni viste come rabeschi od opalescenze che si ammantano, all’occhio del fotografo, di eleganze sobrie di gusto raffinato, fino al punto di creare, mediante la presenza di un topino ucciso dai veleni, una metafora agghiacciante.

Gustavo Millozzi è nato a Torino il 18 maggio 1934, vive a Padova DAL 1962 dopo oltre un ventennio trascorso a Venezia. Ha iniziato l’attività fotografica nel 1958, nel capoluogo lagunare, nell’ambito del Gruppo "La Gondola", prestigioso gruppo di riferimento della storia della fotografia, partecipando attivamente a quel magico e fertile momento nel quale il dibattito sull’arte della luce aveva assunto valenze concettuali di grande rilievo con spunti ideologici di raffinata sensibilità culturale. Personaggio estremamente attivo ed impegnato, Millozzi ha partecipato, e tuttora partecipa, attivamente alla crescita e alla diffusione della fotografia come forma di espressione artistica. Molti i riconoscimenti ottenuti per la sua attività di fotografo, di studioso e di organizzatore, in Italia e all’estero.