Da “Lo sguardo e l’occhio fotografico”

Presentazione del critico d’Arte Giorgio Segato

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Educare all’immagine, che così intimamente impregna la nostra cultura con fotografie, cinema, televisione, pubblicità, significa appunto motivare lo sguardo a leggere, a catturare e capire il senso, il modo che hanno le forme e la luce, le architetture, le sculture, i dipinti, gli ambienti, il deserto, la montagna, la foresta di colloquiare con il nostro sguardo, con la nostra sensibilità, con ciò che siamo e come ci sentiamo in essi e di fronte ad essi come parte attiva della Natura.

La fotografia diventa il nostro specchio di fronte alla realtà e del valore che diamo ai vari aspetti della realtà naturale o artificiale, spontanea o costruita, che ci circonda. E il vedere dello sguardo motivato arricchisce il pensiero e la parola, e diventa più facilmente racconto, partecipazione e comunicazione.

Con questo spirito ho sempre visto operare in campo Gustavo Millozzi, fotografo e da molti decenni anche animatore di manifestazioni in campo fotografico ben collegate al territorio, all’interno dell’associazionismo, e in giurie di concorsi locali, nazionali e internazionali. Ama la fotografia, ma ancor più farsi promotore di iniziative capaci di stimolare nei giovani l’interesse per la fotografia e l’azione fotografica degli appassionati come vera e propria ‘riflessione’ sulla realtà ambientale, sull’uomo e sulla luce, sulla materia, come documento e come partecipata testimonianza, sempre senza fanatismi tecnologici o segretate passioni alchemiche. Tranquillo e solare si presta volentieri alle fatiche organizzative  e per ben tredici  anni ha condotto in modo esemplare  al pieno successo di appassionati e di pubblico Fotopadova, articolata in mostre-mercato di lavori, di apparecchiature, momento di incontro, di dibattiti e di programmazione di corsi, e concorsi, di incontri didattici e video-proiezioni artistiche o anche semplicemente documentarie. Senza dubbio era una manifestazione che avrebbe dovuto continuare e che poteva avere un alto valore di raccordo tra i padiglioni dedicati alle scuole e quelli dell’ArtePadova, ormai tradizionalmente aperti in contemporanea.

Per proseguire nella sua opera di sensibilizzazione di base e di coinvolgimento e segnalazione degli autori più efficaci, ha inventato ora con altri fotografi , venuto a mancare purtroppo il necessario spazio di incontro e di esposizione, questa rassegna con l’edizione di un catalogo-album di documentazione dei vari apporti, così da lasciare sensibile traccia di un impegno professionale, delle esperienze tecniche ed estetiche, che a volte mutano rapidamente e rapidamente trasformano gli scenari estetici, o più lentamente, ma riesercitando e recuperando mestiere e poetiche in corso di smarrimento. La formula del portfolio e della pubblicazione dell’album mi sembra  efficace a dare adeguato spazio sia a brevi sequenze monotematiche, sia a mostrare i diversi campi di interesse fotografico dell’autore.

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